La via storica dello Spluga e il Passo Sublime

  •  I ritrovamenti presso Montespluga,  i reperti e le tracce di accampamenti dell’età della pietra del Pian dei Cavalli testimoniano un uso del passo ben antecedente a quello che i Romani misero in atto: con essi lo Spluga assunse notevole importanza commerciale e strategica, grazie anche alla costruzione di un tracciato lastricato che ne agevolasse il transito, detto appunto Via Spluga, che oggi è stato in parte restaurato e reso percorribile, e che in pratica venne utilizzato fino all’apertura della strada carrozzabile ad opera degli Austriaci, nel 1822, ancora oggi seguita nel percorso dal moderno tracciato automobilistico.
    L’agevole transito di cui ha sempre potuto godere il valico ne ha determinato l’importanza politica, e la volontà dei diversi dominanti della zona di ottenerne il totale controllo: dopo i Vescovi di Coira, di Como e il Ducato di Milano, riuscirono nell’intento i Grigioni, tra il Cinquecento  e la fine del Settecento, periodo nel quale il valico conobbe un aumento del traffico in transito anche grazie al miglioramento dello stesso, con l’apertura di più agevoli varianti al vecchio tracciato e dunque un collegamento veloce tra le due importanti città di Chiavenna e Coira,  oltreché, come nel passato, tra la Pianura Padana e l’oltralpe germanico. Successivamente, fu l’impero napoleonico ad entrare in possesso del passo: di questo periodo (dicembre 1800) la drammatica traversata del valico delle truppe francesi in discesa verso l’Italia, comandate dal generale Macdonald.
    Con i già citati Austriaci il Passo dello Spluga raggiunse probabilmente l’apice della propria importanza commerciale ma, paradossalmente, anche la rapida decadenza: crebbero d’importanza il vicino Passo del San Bernardino e il Passo del San Gottardo, questo soprattutto con l’apertura del traforo ferroviario e il primo, in tempi più recenti, con l’autostrada e il traforo stradale.
    Nel museo è allestita una galleria con i ritratti dei più importanti viaggiatori attraverso il passo dello Spluga, considerato sublime per la bellezza e la grandiosità dei suoi scenari naturali, caratterizzati dalla profonda gola attraversata dalla mulattiera del Cardinello.
    Sono esposti numerosi volumi di viaggio, fra cui quello corredato dalle  stampe di J. J. Meyer del “Viaggio pittoresco dal Canton Grigione verso il lago Maggiore e di Como attraverso le grandi rotabili nuove del colle dello Spluga e di S. Bernardino”. Nello spirito del Grand Tour settecentesco vari artisti hanno attraversato il maestoso e celebre passo dello Spluga, scoprendo una delle più impervie regioni alpine e contemplando la Natura nelle sue più selvagge e fantastiche forme.
    Il viaggio pittorico o viaggio pittoresco era un tipo di pubblicazione che si è sviluppata soprattutto nella prima metà dell’Ottocento e si collocava a metà strada tra la guida turistica e il libro d’arte. I volumi erano costituiti da un certo numero di tavole incise, accompagnate da un commento descrittivo più o meno ampio; le incisioni potevano essere colorate, su richiesta degli acquirenti dell’opera. Questa produzione si rivolgeva a un pubblico d’élite, costituito da nobili e intellettuali, lo stesso pubblico di cui facevano parte i viaggiatori dell’epoca.
    Nella Stüa granda sono esposte numerose stampe, fra cui l’importante collezione di F. Lose del 1824, raffiguranti i punti più interessanti dello storico percorso transfrontaliero, frequentato oggi da numerosi turisti che partendo da Thusis, nel canton Grigione arrivano a piedi fino a Chiavenna passando per il valico dello Spluga. Il MUVIS è tappa del percorso di trekking. (il pacchetto turistico è prenotabile presso il Consorzio turistico della Valchiavenna – link)

La storia istituzionale della Valle
La val San Giacomo, che ebbe particolari privilegi, era divisa in 12 quartieri, raggruppati in tre terzieri, riorganizzati nel 1650; aveva un Consiglio generale e un Consiglio di valle, presieduto da un ministrale, il quale giudicava pure sulle cause civili, mentre per quelle criminali la competenza era del commissario grigionese di stanza a Chiavenna, affiancato dal Ministrale. Nella Stüa granda sono esposti la copia della bandiera di valle, gli Statuti civili e il bastone del comando del Ministrale, eletto dai rappresentanti dei tre terzieri.